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Ma è solo una questione di corna il problema della Biodinamica?

Ma è solo una questione di corna il problema della Biodinamica?

Riportiamo nel nostro blog, l’articolo apparso recentemente su Dagospia circa il grande dibattito che si è aperto sulla Biodinamica a seguito dell’intervento in Senato di Maria Elena Cattaneo. Nell’articolo è riportata la risposta di Anna Federici (imprenditrice agricola) a Mattia Feltri, intervenuto sul tema sul quotidiano LA STAMPA.

Ha scandalizzato scienziati e politici, ha sollazzato Mattia Feltri, l’approvazione in senato fra agricoltura biologica e biodinamica. Perché entrano in scena, per migliorare la qualità della produzione, corna di vacca o vesciche urinarie di cervo

A tutti replica un bio-agricoltore, Anna Federici: “Si sono mai chiesti cosa c’è all’interno di un corno di mucca? Non è uno stregone anche l’agronomo che gira per le campagne proponendo prodotti a base di ormoni miracolosi che fanno crescere le piante oppure diserbi e insetticidi chimici sterminatori?” Qual è la ‘’vera scienza’’?’’

La Vacca Spaziale di Mattia Feltri – LA STAMPA

“Ieri in senato è stata approvata l’equiparazione fra agricoltura biologica e biodinamica. Sono questioni di cui so meno di poco. In particolare pensavo che l’agricoltura biodinamica fosse una variante fondamentalista della biologica, ma un amico mi ha letteralmente ordinato di leggere l’intervento – disperato e spettacolare – tenuto dalla scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo.

Ho scoperto un mondo. I disciplinari internazionali di agricoltura biodinamica prevedono una forma di concimazione secondo il riempimento con letame di un corno di vacca primipara, quindi sotterrato in autunno e dissotterrato a Pasqua, infine miscelato e dinamizzato con acqua piovana o di pozzo; il gran beneficio deriva dalla capacità del corno di vacca, sinché la vacca è in vita, di catturare i raggi cosmici che si irradieranno poi nei campi per un raccolto galattico. La senatrice ha illustrato anche la dottrina della vescica di cervo imbottita di fiori di achillea, ma non mi fidavo più.

Sono andato a prendermi i disciplinari e li ho studiati. Aveva ragione lei. Sono il testo sacro della buona e sana agricoltura in collaborazione con le forze dell’universo, i vasi di terracotta, i crani ricolmati di corteccia di quercia e, se ho capito bene, basata sulle teorie della reincarnazione.

Intendiamoci, liberi tutti di produrre o pretendere cibo in armonia con alfa centauri, ma l’esito della legge è che la vescica di cervo si potrà finanziare coi contributi dello stato: nonostante la strenua opposizione di Elena Cattaneo, il senato ha detto sì alla vacca spaziale. Ma in fondo che ci importa? Tanto abbiamo il Recovery.”

Mattia feltri si è mai chiesto cosa c’è all’interno di un corno di mucca?

Anna federici, mail a Dagospia di Anna Federici, a capo di un’azienda agricola biodinamica

Premesso che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare, vorrei replicare a Mattia Feltri che fa lo spiritoso perché si parla di utilizzare un preparato che si è maturato all’interno di un corno di mucca. Bene, si è mai chiesto cosa c’è all’interno del corno? Ebbene, c’è una miriade di microorganismi che si moltiplicano esponenzialmente se disciolti in acqua calda.

Guarda caso molti di questi microorganismi sono funghi e batteri, responsabili della degradazione della materia organica in humus. Il teosofo tedesco Rudolf Steiner ne parlava in termini “esoterici”, ne esaltava la meraviglia. Mi domando: non è uno stregone anche l’agronomo che gira per le campagne proponendo prodotti a base di ormoni miracolosi che fanno crescere le piante oppure diserbi e insetticidi chimici sterminatori?

Quale agricoltore non vi è incappato? Sono questi risultati della ‘’vera scienza’’? Quali sono state, e sono, le conseguenze dei pesticidi, dei concimi chimici e degli allevamenti intensivi (anche biologici) sull’ambiente? Gli esempi e le vittime sono purtroppo numerosissimi.

Ancora vi chiedo dove è la ‘’vera scienza’’? La scienza indaga, studia, conosce ed è pronta a ritrattare. La scienza non detta legge. La scienza è un campo aperto: analizza il fenomeno in laboratorio e si confronta con il sistema complesso qual è un qualsiasi essere vivente o un ancor più vasto organismo qual è un ecosistema in cui convivono piante, animali, umani, microrganismi tutti interagenti fra loro. Si scopre che l’antico è migliore del nuovo.

La ricerca vuole indagare lo studio della complessità, e questo ambizioso e nobile scopo è possibile solo attraverso la partecipazione sistemica delle varie e numerose discipline. Si sta forse parlando di un nuovo umanesimo? Partendo dal presupposto che la terra è architettura, il padiglione Italia della 21esima Biennale di Venezia, curato in maniera geniale da Alessandro Melis e intitolato “comunità resilienti”, ne è il paradigma.

Un padiglione che non è piaciuto agli architetti ma ha eccitato biologi, ingegneri, filosofi, fisici, agricoltori e agronomi. E tutti insieme hanno lavorato per un’architettura che diventa medicina ecologica in sintonia con la madre terra. Così lo racconta Pierluigi Panza sul “Corriere della Sera”: “questi alambicchi hanno nomi da trattato teosofico: lo Sprandel è un insieme di biosfere che contengono semi di piante alimentari la cui crescita non è deterministica; il Genoma sono biosfere vitree ove crescono piantine in maniera variabile e lo Slime-mold è un fungo mucillaginoso pluricellulare «e resiliente» posto in una parete di vetro che crescerà e farà da frangisole. C’è anche la parete anti covid (ceramica bioattiva con particelle)”.

Vi prego, ancora un po’ di attenzione. Come si potrà ancora vivere insieme? Questo è il tema che madre terra ci chiede di studiare. Leggiamo ancora: “l’agricoltura è l’espressione dell’incontro tra uomo e natura, il quale influisce attivamente sui processi naturali”. Ancora: “…i prodotti di questa agricoltura devono orientarsi verso l’essere dell’uomo per poter veramente assolvere al proprio compito di diventare il cibo per la vita. L’allevamento, insieme al letame prodotto, è stato e sarà la base per la produzione agricola.

L’allevamento richiede la coltivazione di piante destinate all’alimentazione degli animali; l’allevamento dei bovini in particolare, richiede la produzione di foraggio grezzo ed e quindi un fattore determinante per l’impostazione della rotazioni colturale. La produzione vegetale è determinata dalle esigenze alimentari di uomo e animale e richiede che il suolo sia trattato con cura. Una coltivazione adatta al luogo tiene conto delle esigenze della pianta e del suolo, dell’animale e dell’uomo. Ecologia e agroecologia: visione sistemica”.        

Ed a proposito delle famigerate corna dei nostri bovini: “le corna dei ruminanti sono importanti per lo sviluppo delle forze vitali… Sono una parte dell’essere totale della vacca. Rispetto ad altri tipi di animali, il letame bovino ha un effetto particolarmente stimolante sulla fertilità del suolo. Le corna hanno anche una grande importanza come involucro nella produzione dei preparati biodinamici.”

Ed aggiungo che i recenti studi sull’etologia dei bovini hanno dimostrato l’importanza delle corna nelle costituzione delle gerarchie di una mandria, aspetto fondamentale per la resilienza del gruppo che vive al pascolo. Un linguaggio magico può essere tradotto anche in termini “scientifici- razionali”. E’ vera scienza invece tagliare le corna agli animali o selezionare animali senza corna?                                                                                            

Dove sono gli aspetti ecologici, e la difesa della biodiversità che abbiamo purtroppo perduto per incuria e per spavalda arroganza? Le pratiche biodinamiche e agro-ecologiche ci chiedono di far sì che la coltivazione, la trasformazione, la distribuzione dei nostri alimenti siano eseguite nel rispetto massimo dell’ambiente.

Biodiversità in Azienda Agricola Boccea

La responsabilità nei confronti dell’uomo e dell’ambiente devono essere alla base di ogni fase del processo. Ancora: ”l’agricoltura e la lavorazione biodinamica hanno il potenziale per dare contributi pratici per aiutare a risolvere le molteplici e gravi crisi che stanno colpendo il mondo vivente, compresi i cambiamenti climatici, il degrado del suolo, l’inquinamento e la perdita di biodiversità.  

A tal fine gli agricoltori dovrebbero tenere conto della loro responsabilità verso i sistemi ecologici locali, globali e verso il benessere delle generazioni future quando riflettono sulle loro imprese e prendono decisioni sulle loro attività”. È un parlare non solo agricolo, è anche politico, sociologico, filosofico, biologico. Forse per questo oggi nelle università si studia l’agro-ecologia, termine purtroppo meno poetico però più razionale .

Questo link https://www.demeter.it/wp-content/uploads/2015/08/standard-produzione-demeter-aggiornamento-2-2014.pdf vi connette al manuale degli standard dell’agricoltura biodinamica.

Si tratta di oltre 140  pagine le cui parole chiave sono: ecologia, sviluppo umano, creazione di valore economico, rapporto sociale, sostenibilità, libertà, solidarietà ,equità, olismo, rispetto, apertura mentale, impatto cosmico e spirituale empatia, senso di giustizia ricerca spirituale, responsabilità, interesse, partnership, correttezza, connessione con l’intero contesto.

Temi di studio assai cari all’agro-ecologia e all’agro-forestazione, discipline di studio innovative presenti nelle più importanti università europee e non solo.

Tre sono le pagine dedicate ai preparati che danno terribile scandalo (teschi, pelli di topo, corna di vacca o vesciche urinarie di cervo) all’interno di una parte del mondo scientifico meno interessato ad un approccio sinergico e multidisciplinare.

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