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È L’ECOLOGIA APPLICATA ALL’AGRICOLTURA – UN CONVEGNO, COORDINATO DA FRANCESCA PISSERI, FARÀ LUCE SU UN APPROCCIO AGRICOLO NUOVO. UN SISTEMA CHE RIDUCA AL MINIMO GLI INPUT CHIMICI E METTA IN SINERGIA LE RISORSE VEGETALI E ANIMALI. PERCHÉ IL BENESSERE ANIMALE È STRETTAMENTE COLLEGATO AL BENESSERE UMANO.
Perchè la rivoluzione agro-ecologica è un ritorno al futuro? Qual è il vantaggio di allevare al pascolo bovini, ovini e suini? E’ realmente fonte di benessere per gli animali e l’ambiente?
È un dato di fatto che la salute dei consumatori e degli operatori agricoli ne risulterebbe favorita, e il ricorso agli antibiotici sarebbe molto più limitato. La copertura del suolo dovuta alla presenza di erba e alberi ha effetti positivi sulla fertilità del terreno e sul sequestro di gas serra e previene i fenomeni di erosione del suolo. Il rispetto degli animali e lo studio dei complessi equilibri degli ecosistemi agricoli pongono le basi per un allevamento sostenibile dal punto di vista etico, ambientale, economico e socio-territoriale. Questi saranno i temi discussi domenica 9 giugno alla Città dell’Altraeconomia nel convegno “ALLEVAMENTO AL PASCOLO E AGROECOLOGIA” patrocinato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e organizzato dalle associazioni italiane Agroecologia e Agroforestazione Francesca Pisseri, coordinatrice dell’evento, risponde alle nostre domande.
Cosa è l’agroecologia?
È l’ecologia applicata all’agricoltura. È una scienza, ma anche un movimento. È un approccio agricolo nuovo in cui si intende incentivare i cicli naturali unendo le produzioni vegetali a quelle animali con lo scopo di produrre meno rifiuti e meno inquinamento. Si ricerca l’autonomia dell’azienda agricola costruendo un sistema che riduca al minimo gli input chimici, diminuisca in maniera sostanziale i consumi di energie non rinnovabili, consumi poca acqua e non emetta gas serra. Lo sviluppo di un’azienda sostenibile accresce la fertilità dei terreni tramite l’aumento della sostanza organica. L’uomo collabora con la natura che gli fornisce servizi ecosistemici e l’uomo deve imparare a servirsene. I sistemi mettono in sinergia le risorse vegetali e animali. Cambia la visione dell’uomo rispetto all’ambiente: non è più l’essere superiore che tutto può e tutto controlla ma è il ricercatore che impara a conoscere la natura e che vuole collaborare con intelligenza con l’ecosistema.
Perché è un “ritorno al futuro”?
I sistemi agricoli un tempo erano sostenibili perché si sviluppavano in un’economia circolare ed erano molto differenziati. Non esistevano le monoculture o i grandi allevamenti e le merci non si dovevano spostare da un continente all’altro. L’agroecologia propone un’azienda agricola molto diversificata, con produzioni animali e vegetali e contemporaneamente introduce innovazioni sia da un punto di vista di meccanica agraria che della comprensione della fisiologia animale e vegetale. Molto importante è l’utilizzo dei sistemi informatici di nuova generazione: agricoltura 2.0
Gli allevamenti bovini e in genere sono considerati tra i grandi responsabili dell’aumento dei gas serra. Perché?
I bovini allevati intensivamente emettono gas serra con le fermentazioni enteriche ma emettono gas serra sia le produzioni dei cereali utilizzati per i mangimi che lo stoccaggio dei liquami. Ogni volta che si lavora un terreno si emette gas serra sia perché si utilizzano i concimi chimici ma anche perché si utilizza combustibile per le lavorazioni. La mancanza di copertura vegetale del suolo nelle varie fasi della coltivazione produce gas serra.
In che modo allevare al pascolo può ribaltare la situazione ?
Il bovino, così come tutti gli animali pascolanti, mantiene le praterie naturali che sempre più vanno scomparendo. Le praterie captano la CO2, e gli animali al pascolo non generano liquami, mantengono la biodiversità, tesaurizzano l’acqua e danno bellezza al paesaggio. Un terreno inselvatichito rischia di perdere biodiversità. Inoltre fertilizzando i terreni arricchiscono il suolo di sostanza organica.
Il benessere animale è strettamente collegato al benessere umano. Per quali motivi? Le carni di animali allevati al pascolo sono ricche di antiossidanti e di omega 3. Sono meno grasse. I bovini utilizzano gli antibiotici in casi estremi e quindi non si sviluppa il problema dell’antibiotico resistenza.
Tutte le riviste scientifiche lanciano allarmi sull’antibiotico-resistenza . In che modo allevare gli animali al pascolo può essere una soluzione?
Gli animali che possono pascolare e vivere in spazi consoni alla loro etologia e usufruiscono di una buona alimentazione , non sono soggetti a stress e vivono in condizioni dove il contagio è sfavorito dalla biodiversità. Le malattie batteriche sono poco frequenti e quindi c’è scarso bisogno di utilizzare gli antibiotici. Inoltre questo tipo di allevamento non forza gli animali a fare produzioni alte a tutti i costi.
Cosa significa Ecologia della salute? Perché è importante la riconnessione dell’uomo al proprio contesto di vita?
Collega la salute di un individuo o di una popolazione al luogo in cui vive, a cosa mangia e allo stile di vita che si conduce. Bisogna essere consapevoli e ricollegarsi agli ambienti in cui il cibo viene prodotto.
Quanto conta che il consumatore sia al corrente di come vengono prodotti e lavorati gli alimenti?
Si deforesta l’amazzonia per produrre la soia per i bovini allevati intensivamente e produrre il latte da esportare in Cina. Le aziende diversificate creano i presupposti per la fioritura di produzioni e lavorazioni locali. Per questo è importante la sovranità alimentare e mangiare quello che è prodotto nel proprio paese. Tutti devono saper scegliere il cibo che comprano. Il consumatore deve essere consapevole dell’economia dei processi produttivi e responsabile della propria salute che è la salute di tutti.
Cosa possiamo dire a chi attacca le pratiche agroecologiche come non scientifiche e contrarie al progresso?
La nostra società non percepisce le solidissime basi scientifiche che sono dietro all’agroecologia. I sistemi ambientali non sono facili da studiare. La teoria dei sistemi complessi ci spiega che la legge della causa e dell’effetto non funziona in ambiti così articolati. Un evento può causare dieci, venti, cento effetti diversi. Non ci si trova in un laboratorio in cui il fenomeno può essere isolato. In agroecologia non si possono standardizzare i metodi di coltivazione e di allevamento. Si seguono dei principi ma il modello va ripensato e adattato al luogo in cui si trova l’azienda. Ne seguirà che anche i prodotti saranno meno standardizzati e avranno caratteristiche di maggiore variabilità e tipicità. Ricordiamo che l’agricoltura intensiva provoca un grande dispersione di risorse: produce molti rifiuti, inquina le falde acquifere e i corsi d’acqua con i nitrati provocando la eutrofizzazioni dei fiumi e dei mari, favorisce lo sviluppo dell’antibiotico-resistenza, per non parlare dell’aspetto etico.
Cosa succede se non prendiamo provvedimenti ?
Si mettono a rischio le nostre riserve idriche che in molte zone del pianeta sono già limitate. Aumenta la produzione di gas serra responsabili dei cambiamenti climatici che porteranno a situazioni sempre più estreme e imprevedibili. La fertilità dei suoli continuerà a diminuire e produrre cibo diventerà sempre più dispendioso. Numerosi studi scientifici hanno già dimostrato i danni che provocano alla salute umana i prodotti chimici applicati alle produzioni agricole.
Quali sono le azioni da intraprendere per ottenere risultati concreti
Si dovrebbero usare sempre di meno gli alimenti adatti all’uomo come i cereali e i semi proteici, quali per esempio la soia, per alimentare gli animali negli allevamenti intensivi. E’ una grande perdita energetica produrre 1k g di carne bovina con del mais o della soia invece che con erba e fieno. Bisogna consumare meno prodotti di origine animale, e mangiare solo quelli prodotti in maniera sostenibile, per la salute del pianeta e degli umani.
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