Sono tornate le verdure nel nostro orto. I due mesi in cui non raccogliamo niente, o quasi, sono un pò malinconici ma pieni di attività. Abbiamo finito di mettere il letame compostato nella serra e anche fuori, dove serviva.
Il letame dei nostri bovini che si accumula in estate e inverno viene sistemato in un cumulo lungo decine di metri alto circa un metro e mezzo e largo circa due.
Lo copriamo con la paglia perché non sia dilavato dalla pioggia e inseriamo i preparati biodinamici (achillea, camomilla, valeriana, tarassaco e quercia) per il cumulo. Il terreno su cui va il cumulo è stato precedentemente lavorato.
Il cumulo di letame è una vera e propria cultura! Dopo circa quattro-sei mesi è maturo. Il risultato è un composto colloidale spugnoso pieno di lombrichi e micro-organismi che arricchiranno l’humus dei nostri terreni. È pura vita!
Abbiamo trinciato il nostro sovescio ricco di specie all’inizio della fioritura e adesso siamo pronti per distribuire il 500 corno letame in un pomeriggio nuvoloso e umido, magari dopo una bella pioggia. In serra abbiamo piantato zucchine, patate, cipolle, cetrioli, pomodori, melanzane e fagiolini. Fuori, nei campi, le cicorie, la bieta, gli spinaci, le insalate altre patate e zucchine. I piselli e le fave sono quasi pronti. I porri aspettano di essere colti.
Ma cosa distingue un orto biodinamico dagli altri? Le culture vengono messe sempre dopo il sovescio e si fa riposare il terreno per almeno una stagione.
La prima cosa inusuale sono le consociazioni culturali. Non vedrete mai una distesa di zucchine ininterrotta o solo melanzane in un campo. Facciamo in modo di piantare o seminare file di piante sinergiche tra loro e che fungano da barriera ai parassiti delle specie vicine. Le melanzane si mettono intercalate ai fagiolini per ostacolare la diffusione della dorifora. Tra le solanacee si mettono sempre leguminose come fagioli e fagiolini.
Le cipolle vanno lontane dai peperoni perché altrimenti questi non crescono. Pomodori e insalate vanno d’accordo ma soprattutto vicino ai pomodori mettiamo sedani e aromatiche per aiutarli a crescere meglio. Non mettiamo mai i cavoli dopo le patate. I cavoli stanno tutti insieme ma intercalati per varietà: a due file di cavolfiori seguono poi i broccoli siciliani, i cavoli cinesi e poi cappucci, rossi, romaneschi e le verze. Le zucchine possono tornare sullo stesso terreno solo dopo 3-4 anni.
Le erbe infestanti vengono controllate con l’uso di trincia-erba meccanici e a volte anche manualmente. Ma non ricerchiamo il terreno nudo a tutti i costi.
Quando le pianta è ben sviluppata lasciamo che le cosidette erbacce ricompaiano. Se ci può essere utile non trinciamo subito le culture ormai finite. Le erbe presenti accolgono insetti, funghi e batteri che altrimenti avrebbero utilizzato come gradito ospite solo le nostre verdure.
Non usiamo la pacciamatura con i teli di plastica. Le erbe spontanee con le loro radici contribuiscono anche ad areare il terreno. La presenza di un solo tipo di erba infestante ci racconta anche come è il nostro terreno e quali sono i suoi limiti e di cosa ha bisogno.
Anche il terreno che riceverà a breve le culture nuove non viene lasciato nudo.
Trinciamo l’erba ma cerchiamo di lavorarlo all’ultimo momento per evitare che resti nudo e possa subire fenomeni erosivi o di compattazione che rovinano la struttura del suolo. Un terreno con la vegetazione è vivo! Se si asciuga troppo evitiamo di romperlo. Aspettiamo una pioggia o lo irrighiamo per bene in modo da lavorare con un terreno bene in tempera. Cerchiamo di non usare trattori grandi e mai su terreni umidi. Le lavorazioni non sono profonde. Ci pensa il sovescio a lavorare il terreno in profondità.
Il 500 corno letame viene dato più volte l’anno e facciamo anche un bagno alle radici delle piantine che dobbiamo trapiantare. Il 501 corno silice viene dato in fase di crescita e fioritura della pianta,la mattina presto di una bella giornata soleggiata.
C’è passione e amore in questo orto. Solo questi sentimenti permettono la dedizione e la cura di cui un campo biodinamico ha bisogno. Non c’è più fatica di un orto convenzionale ma sicuramente c’è bisogno di uno sguardo più attento, di considerazioni ragionate, di scelte consapevoli e lungimiranti. Non usiamo diserbi, pesticidi, concimi , neanche quelli ammessi dal biologico.
Crediamo e abbiamo sperimentato che con un lavoro attento si possono ottenere ottimi risultati comunque. Si accetta ogni tanto il calo di una produzione ma non trattiamo fiduciosi che il terreno ci regalerà un antagonista. E successo con gli afidi e le coccinelle .
Tutto vibra di vita e salute e siamo fieri di coltivare così i nostri terreni.
Anna
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