di Giacomo A.Dente, Il MESSAGGERO
L’Olio sa Incantare i Sommelier del Vino. Premiati i migliori extravergine d’ Italia. Per ognuno abbinamenti differenti. Gli chef francesi più quotati portano in tavola il nostro prodotto invece del burro.
LA DEGUSTAZIONE «Al Nord la Taggiasca ligure o la Casaliva del Garda, il Frantoio, il Leccino e il Moraiolo in Centro Italia, ma anche la Dolce Agogia del Trasimeno in Umbria, la Carboncella e la Caninese nel Lazio, la Rotondella, l’Ortice e la Ravesce in Campania, la Coratina in Puglia, la Carolea in Calabria, in Sicilia la Nocellara del Belice o ancora la Bosana in Sardegna. Davvero le varietà degli olivi è ricca quanto il mondo dell’ uva per il vino» si entusiasma Franco Ricci, vulcanico Presidente della Fondazione Italiana dei Sommelier. L’occasione è la grande kermesse che, sabato scorso, ha festeggiato la premiazione a Roma nell’Hotel Rome Cavalieri, il luogo del mitico Heinz Beck, i migliori extravergini d’ Italia. «È cominciato tutto con un grande maestro come Gino Veronelli – aggiunge Ricci -che mi ha incoraggiato a una nuova sfida per mettere in campo la consolidata esperienza dei nostri sommelier anche nel mondo dell’ extravergine. L’Associazione Italiana Sommelier dell’ Olio è nata così a Roma nel 2004 con l’ intento di preparare i professionisti della ristorazione, i produttori, i venditori, gli appassionati e i consumatori.
L’olio negli ultimi tempi è diventato un grande trend, tanto che i migliori cuochi stellati francesi sempre più spesso portano in tavola l’ olio invece del burro per accompagnare il pane». La Guida agli Oli d’Italia, un prodotto curato fin dal 2005 dai sommelier (si trova anche online su www.bibenda.it), rappresenta un grande viaggio lungo l’ oliveto Italia e racconta quel Gotha dei produttori di extravergine che abbiamo premiato lo scorso sabato al Rome Cavalieri, in attesa di marzo, quando le classifica sarà allargata alle migliori aziende della campagna olearia in corso.
L’ANALISI – Al top ci sono poco più di duecento aziende, delle quali solo 49 premiate col massimo riconoscimento delle Cinque Gocce. Molti dei top sono legati anche al mondo del vino (basti pensare, in Toscana, a Petra, Fonterutoli, Fontodi, Felsina), ma compaiono anche tanti grandissimi outsider, come l’ Agricola Boccea, incantato luogo biologico alle porte di Roma, dove Anna Federici produce un cru intenso di grande sapore.
Riccardo Altamura, appassionato titolare del Tempio dell’Oro a Città della Pieve, oltre che Cinque gocce grazie a un prodotto di raffinata intensità, insiste sulla professionalità: «L’olio ha un sapore e una personalità spiccata, ecco perché occorre creare dei professionisti che sappiano valorizzarne il carattere, ma anche gli abbinamenti». Gli fa eco Francesco Giuliacci, oil maker del Tempio dell’Oro. «È necessario partire dall’ analisi organolettica. Come per il vino, si tratta di degustare l’olio, stabilirne il profumo, la struttura, il carattere per poterlo poi armonizzare con il cibo. Da dolce e leggero a molto forte e deciso ci sono mondi molto diversi».
Franco Ricci si diverte a questo punto a tentare dei consigli pratici: «Il sapore si sente bene sulle patate lesse schiacciate. Con insalata fresca, pesce crudo, frittura, ma anche per la pasticceria. Cultivar come la Taggiasca del Ponente ligure o la Casaliva del Garda. Un olio intenso, dal profumo marcato come la Caninese, si potrà provare su minestre e zuppe».
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