Stiamo assistendo volutamente inermi alla devastazione delle nostre Brasicaceae –i cavoli di ogni forma e sapore- da parte di un bruco famelico che può spogliare in breve tempo da tutte le foglie una pianta di cavolo. Il preferito fino ad ora sembra essere il cavolo nero, quello buonissimo per le zuppe e la ribollita. Invece, forse perché non lo conoscono ancora, hanno lasciato indietro il cavolo cinese, quello che a me piace di più. Si presenta alla fine di agosto come una farfallina scialba e innocua. Depone migliaia di uova da cui nascono bruchi nerboruti che vivono per mangiare. E dopo ogni bruco un’altra farfalla che depone altre uova. La sua diffusione diventa così esponenziale.
Che fare ? Abbiamo piantato altri cavoli e confidiamo nell’arrivo di un clima più fresco e autunnale che blocchi il loro sviluppo.
Ho scelto di non trattare neanche con il Bacillus, un batterio selettivo (così dicono) che si insedia nelle cellule della pianta e fa ammalare la larva. Funziona abbastanza ma non si è mai sicuri che sia veramente selettivo, potrebbe invece colpire altri insetti utili al mio ecosistema.
Un caro amico e maestro, Carlo Noro, mi ha portato un barattolo con le larve di un dittero che da lui fa strage di bruchi di cavolaia. L’abbiamo introdotto nel sistema. Ma il giorno dopo l’abbiamo trovato anche da noi e ne siamo molto felici perché vuol dire che stiamo facendo un altro passo verso il riequilibrio dell’ecosistema anche se purtroppo non servirà per quest’anno.
È comunque la prima volta che assistiamo a questo fenomeno in sei anni di attività e lo imputiamo ad un estate fresca e piovosa. Studieremo per l’anno prossimo anche consociazioni con aromatiche…mi hanno parlato della salvia.
Anna
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